Giochi d’affari in Africa

Il nuovo “Piano Mattei per l’Africa” dell’Italia: Giorgia Meloni si è recata in Algeria e lì ha annunciato di voler fare dell’Italia un hub europeo per le forniture energetiche dal continente africano. Dall’attacco russo all’Ucraina, l’Algeria, i cui giacimenti di gas, aperti nel 1987 e ampliati negli anni successivi, sono direttamente collegati alla Pianura Padana dal gasdotto Transmed, è il più importante fornitore di gas per l’Italia. La lista delle cose da fare delle compagnie energetiche ENI (Italia) e Sonatrach (Algeria) è piuttosto ambiziosa: nei prossimi anni non solo verrà aumentata la fornitura di gas fossile dal deserto algerino, ma è previsto anche un collegamento con un gasdotto per il trasporto di idrogeno “verde”, che potrebbe essere prodotto con l’energia delle centrali solari. Nei prossimi mesi, il governo italiano vuole intensificare i contatti con altri esportatori di energia africani come Libia, Egitto, Marocco o Nigeria. In breve, il Paese sta spostando le catene di approvvigionamento delle importazioni energetiche da un asse Ovest-Est a uno Nord-Sud, attingendo al contempo all’eredità del leggendario fondatore dell’ENI Enrico Mattei.

È difficile immaginare un biglietto da visita migliore in Nord Africa. Mattei, a cui è intitolato un parco di Algeri visitato da Giorgia Meloni durante il suo soggiorno, alla fine degli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta offrì condizioni estremamente vantaggiose ai Paesi africani produttori di petrolio e di gas, creando così un’alternativa alla politica commerciale delle multinazionali dell’energia Exxon, Mobil, Texaco, Standard Oil of California, Gulf Oil, Royal Dutch Shell e British Petroleum. Secondo Mattei, queste aziende consideravano i mercati energetici globali come “terreni di caccia per le loro politiche monopolistiche”. Il presidente dell’ENI ha garantito agli Stati africani il 75% dei profitti realizzati con le loro materie prime, abolendo così la ripartizione 50:50 tra compagnie petrolifere e Paesi produttori che era stata applicata fino ad allora. Il futuro mostrerà se il governo italiano continuerà l’approccio anticolonialista del generale dell’ENI, che una volta ha descritto i partiti politici come “taxi”: “Salgo, pago, e una volta arrivato a destinazione, scendo”.

Agro-fotovoltaico: il progetto SYMBIOSYST

Mele, vino, latte ed energia rinnovabile: il progetto di ricerca europeo SYMBIOSYST, coordinato dal centro di ricerca altoatesino eurac research, mira a combinare fotovoltaico e agricoltura con nuove strategie e soluzioni tecnologiche innovative. Ciò comporta lo sviluppo di moduli fotovoltaici speciali per l’uso su terreni agricoli, strutture di montaggio e nuove procedure operative e di gestione per le diverse zone climatiche. I prodotti e i servizi sviluppati in tutta Europa nell’ambito di SYMBIOSYST saranno testati e applicati in impianti modello per sistemi agro-fotovoltaici in quattro scenari agricoli. In questo modo, il progetto mira ad aumentare la competitività dell’agro-fotovoltaico in Europa e a minimizzare l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio. In Alto Adige, il partner italiano del progetto EF Solare costruirà un impianto dimostrativo con tecnologie innovative per l’irrigazione e la protezione da grandine e gelo. Inoltre, saranno raccolti dati sulla produzione di energia elettrica e agricola e sull’impatto ambientale, che saranno utilizzati per definire linee guida per la costruzione di impianti fotovoltaici agricoli sostenibili.

Gli agricoltori diventeranno produttori di energia? Nel frattempo, ENEL Green Power ha pubblicato i dati iniziali dei propri impianti sperimentali da tre a sei ettari in Spagna e Grecia. Secondo i dati, la produzione di erbe e ortaggi nei campi su cui sono stati montati moduli fotovoltaici alti tre metri è aumentata del 20-60% e il consumo di acqua è stato ridotto fino al 20%. ENEL Green Power prevede di aprire a giugno in Umbria il primo impianto agro-PV per la produzione di mangimi e zafferano.

Energie rinnovabili: novità ogni giorno

Quanta energia rinnovabile viene generata ogni giorno in Italia – e quanta ne viene fornita da energia idroelettrica, vento, sole, geotermia o biomassa? I dati del gestore di rete italiano Terna, aggiornati ogni due ore, sono disponibili – in tempo reale – a questo link. Un esempio: il 26 gennaio (alle 14.00) in Italia sono stati prodotti 161,9 gigawattora (GWh) di elettricità da fonti rinnovabili. La fonte energetica verde più importante in questa giornata è stata l’energia idroelettrica (41,6 GWh), seguita dall’energia eolica (40,5 GWh), dal fotovoltaico (33,7 GWh), dalla biomassa (33,7 GWh) e dall’energia geotermica (9,3 GWh). Un servizio analogo è disponibile in Austria a questo link.

ÖTZI LIGHT CHALLENGE – i risultati

L’Ötzi Light Challenge è iniziata a dicembre. I clienti domestici che dal 1° al 31 dicembre 2022 hanno ridotto il proprio consumo di energia elettrica di almeno il dieci per cento rispetto a dicembre 2021 riceveranno da noi un bonus di 30 euro. La buona notizia: 280 soci Ötzi hanno partecipato alla campagna e 169 (!) hanno raggiunto l’obiettivo di risparmio. Il loro compenso verrà detratto in tre rate da dieci euro ciascuna dalle bollette elettriche dei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Congratulazioni!

A proposito: si può risparmiare elettricità ovunque: in cucina, durante il lavaggio e l’asciugatura, con l’illuminazione e nell’ufficio di casa. Piccoli cambiamenti nel comportamento sono già sufficienti. Un terzo dell’elettricità consumata nelle nostre case è utilizzata dall’elettronica di consumo come televisori, computer e console di gioco. Ma ci sono anche altri “divoratori di elettricità” come vecchie lavatrici, frigoriferi e congelatori. Non dimenticare: Possiamo fare qualcosa!

E-MOBILITY: la super batteria

Le energie rinnovabili non sono disponibili premendo un pulsante: Quando il sole non splende e il vento non soffia in inverno, c’è una “tregua buia”, piuttosto rara in Europa. Come si può risolvere il problema della mancanza di disponibilità e del costoso stoccaggio dell’energia “verde”? Un modo è certamente la costruzione di nuovi elettrodotti che portano l’energia rinnovabile, disponibile in abbondanza in una regione, dove il vento e il sole sono “in pausa” e l’energia idroelettrica non può colmare il vuoto di approvvigionamento. È anche possibile utilizzare i serbatoi come strutture di stoccaggio naturale dell’elettricità. Una soluzione innovativa potrebbe essere il trasferimento del carico nel settore della mobilità elettrica.

Una batteria per auto elettriche di medie dimensioni ha una capacità di circa 60 kilowattora, che corrisponde al consumo settimanale di una famiglia composta da più persone. Il parco auto elettriche è quindi una batteria a sciame che, quando le auto parcheggiate sono collegate alla rete e l’energia rinnovabile è urgentemente necessaria per la stabilità della rete, può essere sfruttata senza che l’automobilista se ne accorga.

Almeno alcune centrali elettriche a carbone o a gas, dannose per il clima, e anche l’intensificazione dell’estrazione della lignite, potrebbero essere eliminate senza esitazione. L’elettricità rinnovabile in eccesso può ovviamente essere convertita in idrogeno “verde” e immagazzinata, anche se con perdite di potenza.

Conclusione: non dobbiamo temere il “buio pesto” se trasformiamo coerentemente i sistemi energetici.